giovedì 22 settembre 2011

Le Profezie di quel pazzo di Orwell




La notizia è questa: "Passpartout" di Philippe Daverio chiude. Un programma delizioso, che ho guardato spesso mentre mi ritrovavo a fare zapping, ricco di spunti ed enormemente interessante.
Dopo la chiusura di "Annozero" (che era nell'aria) e quella (a sorpresa) di "Parla con me", la Rai toglie un altro tassello che la rendevano una "società concessionaria in esclusiva del servizio pubblico radiotelevisivo italiano" (da Wikipedia) accettabile. Ed è un tassello che a prima vista non sembrava assolutamente dover subire questa sorte, un tassello che non sembrava "pericoloso", se capite di cosa sto parlando.

Davvero non capisco (seguendo l'attuale logica del pensiero mai comprovato della censura in Rai), cosa mai potessero temere da un programma come "Passpartout", che la gente potesse acculturarsi, e quindi pensare con la propria testa? Se si segue questo punto di vista, stiamo vivendo nel 1984 di Orwell a tutti gli effetti.

Questo paese sta arrivando lentamente a non avere niente più per cui lottare, in barba ai rozzi e pseduo intelletuali sinistrofobici, che in nome della loro malattia di pensiero votano e/o votarono Berlusconi, in un rigurgito anticomunista più che mai anacronistico. Ridurre il tutto a destra o sinistra è la più colossale stronzata che possa pensare un italiano in tempi come questi. E se programmi come "Passpartout" vengono chiusi, vuol dire che il più grande luogo comune sulla sinistra (sinistra=cultura) è più che mai vero.
Con la cultura si ragiona, con la cultura non si diventa degli automi, con la cultura si può andare coscienziosamente al voto.

La Rai non può e non deve pensare esclusivamente ai dati d'ascolto. La Rai riceve sovvenzionamenti pubblici perchè ha il dovere in qualche modo anche di educare il popolo italiano, non solo di intrattenerlo con programmi commerciali (non abbiamo già Mediaset per questo?).

"Colpo grosso", sotto questo punto di vista, è stato profetico per la recente storia della destra italiana.

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